L’11 marzo 2011, in Giappone, a seguito di un violento terremoto e del conseguente tsunami, fu danneggiata la centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Un guasto al sistema di raffreddamento causò la fusione del nucleo in tre reattori, mentre la forza dell’onda danneggiò gravemente una piscina contenente combustibile radioattivo esaurito. Il governo giapponese fece evacuare un’area di 20 Km di diametro dalla centrale costringendo circa 100.000 persone ad andarsene dalle loro case e ad abbandonare i propri animali.
Un uomo si rifiutò di andarsene e decise di continuare a vivere nella zona proibita: Masami Yoshizawa, allevatore di bovini. Fin dai primi momenti dopo l’evacuazione si è impegnato nel tentativo di salvare gli animali dalle altre fattorie limitrofe, portandoli nella sua, ribattezzata “Speranza”. Decide di far della sua vita una missione, che servirà per studiare gli effetti delle radiazioni sull’uomo e sugli animali. Solleva inoltre un inquietante domanda: è giusto che il governo preservi ad ogni costo la salute dei cittadini e li costringa con la forza ad andarsene dai territori inquinati oppure è giusto che ognuno possa avere la facoltà di scegliere dove e come vivere?
Alessandro Tesei
Termina gli studi all’Accademia di belle arti di Macerata e si diploma in arti visive e multimediali. Nel 2006 vince il premio della giuria all’I-Mode Vision Festival di Macerata con il corto “Ceci n’est pas theatre” ispirato alla poetica di Samuel Bekett. Seguono altri cortometraggi fino al 2007 dove firma il suo primo lungometraggio documentario “Vota Re Piccione”, un documentario di inchiesta e di denuncia sui problemi che affliggono la sua città natale, Jesi. Per alcuni anni abbandona il video per cimentarsi nella arti performative, nella scultura e nella fotografia, partecipando anche al 52° Festival dei due mondi a Spoleto. Nel 2011 decide di documentare la tragedia di Fukushima e si reca in Giappone, dopo solo sei mesi dall’incidente, dove sarà uno dei primi occidentali ad entrare nella no go zone. Da questa esperienza nascono il cortometraggio “Enter Fukushima” con il quale vince il premio MarcheMovie al Tolentino Film Festival e il lungometraggio “Fukushame”, che vince l’Energy Award al Festival del Cinema Verde in Florida e l’ambito Yellow Oscar a Rio de Janeiro, nell’ambito dell’ Uranium Film Festival, come miglior documentario sulla tragedia di Fukushima. Ritorna in Giappone a distanza di oltre un anno per documentare i cambiamenti ed ha la possibilità di intervistare Masami Yoshizawa, da cui nasce “Fukushima no daimyo”, vincitore del Bonsai Film Festival di Acqualagna e del prestigioso premio della giuria al festival “L’anello Debole” di Capodarco.
Attualmente sta lavorando a vari progetti, tra cui un documentario sull’inquinamento radioattivo in una regione della Russia, un documentario d’inchiesta sul flusso di denaro tra Italia e Romania, ed una serie tv sui luoghi più inquinati al mondo chiamata “Living Toxic”, assieme al fotografo Pierpaolo Mittica e al ricercatore Michele Marcolin, prodotta dalla marchigiana Sydonia.