Toxicily
“Meglio morire di cancro che di fame“
…si dice a nord di Siracusa, dove uno dei più grandi impianti petrolchimici d’Europa avvelena l’ambiente e le persone da 70 anni. Toxicily dà voce a chi sopravvive, a chi si rassegna e a chi resiste in un territorio sacrificato sull’altare del progresso, della modernità e della globalizzazione.
Ogni anno milioni di turisti si riversano a Siracusa per ammirare il teatro greco e le altre rovine che ci ricordano le origini della nostra civiltà. Tuttavia, la vera tragedia si svolge qualche chilometro più a nord, in quel territorio compreso fra la città di Archimede e Augusta, che dal 1949 ospita uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa. Con le sue gigantesche fabbriche, le sue ciminiere fumanti, i suoi villaggi abbandonati, le sue terre aride e scure, le sue spiagge inquinate, questa zona rivela un altro volto dell’isola, quello di una Sicilia tossica abbandonata al proprio destino post-industriale.
L’arrivo delle raffinerie ha certamente permesso di superare le miserie di un’economia agricola ancestrale, ma precaria. I pescatori, i contadini e i pastori sono diventati a poco a poco operai, evitando così quell’ineluttabile destino che ha segnato generazioni di loro conterranei: l’emigrazione. Ma questa impresa industriale dai tratti quasi coloniali ha contaminato i suoli, l’aria e le acque. Ha trasformato l’identità di un territorio che in poco tempo è diventato un immenso wasteland industriale, compromettendo soprattutto la salute dei suoi abitanti che da decenni ormai assistono impotenti a un aumento vertiginoso di cancri, malformazioni e altre patologie legate all’inquinamento.
Di fronte a questo scempio, la maggior parte di loro sembra essere rassegnata, ancora attanagliata da un terribile ricatto occupazionale: “meglio morire di cancro che di fame” si sente talvolta sussurrare in qualche spiaggia avvelenata. Altri invece resistono, lottano, si adoperano con abnegazione affinché questa ingiustizia non sia più taciuta dai loro concittadini e affinché sia finalmente riconosciuta dalle istituzioni.
Don Palmiro, sacerdote, che oggi paga il prezzo del suo impegno per la salute dei suoi concittadini, Lina e sua figlia Chiara, che dall’età di sette anni lotta contro una rara malformazione congenita, Andrea che ha tentato durante tutta la sua vita di operaio di limitare nel suo piccolo i danni dell’industria sull’ambiente e sulla salute, Nino che malgrado la sua cecità condivide i ricordi di un mondo perduto, Mariangela divisa fra le angosce per il lavoro di suo marito e quelle per il futuro dei suoi figli, Giusi che dopo la perdita di suo padre a causa di una malattia professionale, si batte contro tutto e tutti in nome della giustizia ambientale… A fianco di quelli che subiscono chiudendo gli occhi, a fianco di quelli che in piena coscienza cercano un difficile compromesso, a fianco di quelli che lottano, Toxicily ci porta dietro le quinte di un mondo che lentamente si consuma.
François-Xavier Destors è un regista i cui film si concentrano sul lato nascosto dei crimini di massa.
È autore di numerosi documentari storici e film per la televisione che esplorano territori e collettività sacrificate. Il suo primo lungometraggio documentario, Rwanda, la surface de réparation (86′, 2014) racconta la storia del genocidio attraverso il ruolo sociale, politico e culturale dello sport in Ruanda. Norilsk, l’étreinte de glace (2018) è un’esplorazione cinematografica della nostra capacità di adattarci e sopravvivere alla storia collettiva delle nostre società industriali. François-Xavier Destors continua la sua esplorazione cinematografica dei territori sacrificati realizzando Toxicily (2023), su uno dei più grandi ecocidi alle porte dell’Europa.
Alfonso Pinto è ricercatore in geografia e culture visuali.
Dal 2018 al 2022 ha diretto il Polo Immagini dell’École Urbaine de Lyon. Le sue ricerche riguardano i rapporti fra scienze umane e sociali e pratiche audiovisive. Dal 2018 si occupa di immaginari, estetiche e esperienze dell’antropocene con un’attenzione particolare al tema delle catastrofi ambientali e industriali. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative e nel 2021 ha pubblicato presso Armillaria il saggio L’accendino dell’Antropocene. Brevissima storia del disastro industriale. Toxicily è la sua prima esperienza cinematografica.
Credits
Autori / Authors: Alfonso Pinto, François-Xavier Destors
Regia / Direction: François-Xavier Destors
Fotogra a / Photography: Jean-Gabriel Leynaud
Montaggio / Editing: Matthieu Augustin
Musica / Musics : Jorge Arriagada, Danilo Romancino
Suono Presa Diretta / Sound: Sebastiano Caceffo
Montaggio Suono / Sound editing: Martin Dezelscaux
Mix Audio: Christian Cartier
Color Correction: Baptiste Evrard
Produzione / Production: Elda Productions (Francia)
Ginko Films (Italia)
Produttori / Producers: Christilla Huillard-Kann, Chiara
Andrich, Andrea Mura Direttori Produzione / heads of
production: Corinne Delpech, Chiara Andrich
Assistenti di Produzione / Production assistants : Clarisse
Belondrarde, Mavi Calcinotto, Gaia Vianello
Vendite Internazionali / Sales agent: Lightdox
Distribuzione Francia / French distributor: Jhr Films
Certi cazione / Label Green Film
Con il sostegno di / With the support of: Eurimages,
Centre National Du Cinema Et De L’image Animée, Dgca
Del Mic, Region Hauts-De-France, Sicilia Film
Commission, Rai Cinema, Bip Tv, Rsi Radio Televisione
Svizzera, Procirep-Angoa, Cricd, Ecole Urbaine De Lyon